Compie gli anni Santiago Gimenez, mattatore della Lazio in Europa League e che giovedì cercherà di bissare con la Roma

Oggi Santiago Gimenez compie 22 anni. Potrebbe diventare fra due giorni l’uomo che tutta Roma si ricorda o solo un parte. Negativamente, beninteso, perché lui è l’uomo che ha fatto fuori la Lazio dall’Europa League e che adesso si troverà a fare i conti con l’altra parte della Capitale.

Ma procediamo con ordine. Perché vale davvero la pena ripercorrere per intero quest’annata. Perché la precedente torta non era stata così dolce, professionalmente parlando. E se il giovane continuerà con lo stesso ritmo di crescita degli ultimi 365 giorni, allora è bene che iniziate a segnarvi il cognome e il nome, visto che di Gimenez ce ne sono altri e di José, il difensore dell’Atletico Madrid, si è parlato tantissimo come dell’uomo che avrebbe dovuto prendere posto al centro della difesa dell’Inter o della Juventus, senza però che si sia distaccato da Simeone.

Il Gimenez “olandese” nasce a Buenos Aires e cresce in Messico. «Mi sento più messicano che argentino. Amo l’Argentina, amo il Messico, ma sono qui da quando ero bambino e oggi mi sento più messicano che argentino», ha dichiarato a ESPN quando giocava ancora nel Cruz Azul. Aggiungendo che la scelta l’aveva già fatta: «Non direi mai di no alla Nazionale, è la cosa più bella rappresentare il proprio Paese. Fin da bambino il Messico mi ha aperto le porte e devo ringraziarli per tutto quello che hanno fatto per me». Nel luglio dello scorso anno, il Feyenoord punta su di lui mettendo sul piatto 4 milioni. Oggi l’investimento non solo si è abbondantemente ripagato, ma chiunque volesse avvicinarsi a lui dovrebbe certamente versare più del doppio. E la stagione non è ancora finita. Visto che siamo sulle cifre economiche, che hanno un che di aleatorio, giustifichiamole con quelle relative al rendimento. E fatta la premessa che il suo contributo offensivo non è puramente limitato ai numeri, dato il gran lavoro che fa per la squadra, andiamo a snocciolare quello che finora è stato il suo score: 11 gol in 27 gare di Eredivisie, che lo rendono il principale realizzatore della squadra di Arne Slot; da aggiungervi vi sono anche 5 centri in Europa League e anche lì non ci sono compagni che hanno fatto di meglio o altrettanto; infine, tanto per mantenere il ritmo, 3 reti pure in Coppa d’Olanda, unica competizione nella quale i Rotterdammers sono già fuori dai giochi, con il corollario che già intuite: nessuno lo ha eguagliato.

Tutto questo potrebbe anche non stupire troppo se non ci fossero un po’ di elementi che lo rendono una storia speciale. Stiamo infatti parlando di un giovane, debuttante in Europa e che non era titolare nelle gerarchie di partenza. E che ha scalzato Danilo Pereira al centro dell’attacco nonostante fosse il cannoniere della squadra. Per riuscirci, evidentemente, Gimenez ha tirato fuori qualcosa che rappresenta uno degli ingredienti determinanti della grande annata del Feyenoord: la determinazione. E qui, per spiegarla, facciamo ricorso proprio al doppio confronto con la Lazio. Quando gli olandesi vengono in Italia, vivono un’ora da incubo.

Gimenez entra in campo sul 4-2, si danna l’anima e ammorbidisce la disfatta con una doppietta. Al ritorno è proprio lui ad approfittare dello sbandamento della difesa biancoceleste per siglare la rete della vittoria. É il migliore in campo, l’uomo al quale affidarsi davanti perché sa sostenere il peso della responsabilità.

Mostrando buona tecnica, senso della porta e capacità di utilizzare il fisico. Passateci il paragone, una versione contemporanea di Marco Borriello, che a differenza sua non si inginocchiava per ringraziare il Cielo a ogni rete che faceva.

Contro la Roma, all’andata, non è riuscito a mettersi in evidenza, pur sbattendosi come sempre. Domenica scorsa ha aperto il tris del Feyenoord con il Cambuur con una deviazione di testa, l’ultimo dei suoi gol da ventunenne.

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ultimo aggiornamento: 18-04-2023


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